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Sanità, obbligo di vaccinazione anti SARS-CoV-2

02-04-2021 16:39

Paolo Oppini

Salute e sicurezza sul lavoro,

Sanità, obbligo di vaccinazione anti SARS-CoV-2

Il decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello stesso giorno, ha introdotto, all’articolo 4, l’obbligo di...

Il decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello stesso giorno, ha introdotto, all’articolo 4, l’obbligo di sottoporsi a  vaccinazione  gratuita  per  la  prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 per gli esercenti le  professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività   nelle    strutture    sanitarie,  sociosanitarie e socio-assistenziali,   pubbliche   e   private,  nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali.

La disposizione è finalizzata a tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.

La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l'esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati; solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, la vaccinazione non è obbligatoria e può essere omessa o differita.

Come disposto dall’art. 4, comma 3, del D.L. n. 44/2021, entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, avvenuta in data 1° aprile scorso, ciascun Ordine   professionale   territoriale   competente trasmette l'elenco degli iscritti, con l'indicazione del luogo di rispettiva residenza, alla regione o alla provincia autonoma in cui ha sede. Entro il medesimo termine i datori di lavoro degli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie, socio-assistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali trasmettono l'elenco dei propri dipendenti con tale qualifica, con l'indicazione del luogo di rispettiva residenza, alla regione o alla provincia autonoma nel cui territorio operano.